Ristorante De' Minimi

Identità

La sacralità del cibo. Un lento percorso di scoperta tra le suggestioni di un luogo mistico e antico

Tra storia e leggenda

Il Ristorante De' Minimi si trova all’interno di Villa Paola, ex convento dei frati Minimi del XVI secolo, trasformato in un intimo e raffinato boutique hotel nel 2008.
Leggenda vuole che sia stato lo stesso San Francesco da Paola, di passaggio a Tropea nel suo viaggio dalla Sicilia verso la Francia, ad indicare in sogno a un nobile del luogo il sito per la costruzione del santuario a lui dedicato.

La scelta ricadde su un piccolo promontorio affacciato sul mare da cui, già allora, si poteva godere di una splendida vista sulla Costa degli Dei.
Ristorante De' Minimi
Le origini
In questo antico convento dimorava l’Ordine dei Frati Minimi, devoti a San Francesco Da Paola, e tutto, dopo secoli, ci parla ancora di loro, a cominciare dagli ingredienti usati in cucina. Fu proprio il Santo calabrese più di 500 anni fa a codificare per i suoi frati una cucina che, di fatto, fu l’antenata della dieta mediterranea. Pesce, verdura, legumi e cereali: una dieta di strettissimo magro che il Santo osservò tutta la vita (morendo a 91 anni in un’epoca in cui la vita media era 30) e che prescrisse ai Frati minimi suoi seguaci.

Dagli orti alla tavola

Dai lavori di recupero dell’antico convento rimangono intatti i lussureggianti giardini terrazzati e gli orti biologici posti ai piedi della Villa, dove vengono coltivate le materie prime raccolte e utilizzate dallo Chef e dalla sua brigata per la preparazione delle pietanze: dai profumatissimi agrumi ai gustosi pomodori, dalle fresche erbe aromatiche alla famosa cipolla rossa di Tropea DOC. Cavolfiori, piselli, melanzane, peperoni e tanti altri ortaggi piantati nel rispetto del calendario di madre natura seguendo l'orologio delle stagioni.
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L'attenzione alle materie prime si riflette nella scelta di tutti i prodotti utilizzati in cucina, sapientemente selezionati fra i piccoli produttori e allevatori della provincia e della regione. Eccellenze locali quasi scomparse e presidi slow food conosciuti solo da intenditori ricevono il meritato tributo sulla nostra tavola.